In un Palais des Congrès di nuovo pieno come prima della pandemia, e dopo una sfilata sul palco di campioni e campionesse, da Nairo Quintana a Mark Cavendish, da Julian Alaphilippe a Pogacar, fino alla nostra Elisa Balsamo. Anche la campione del Mondo in carica dovrà puntare alla maglia gialla, per la prima edizione del Tour al femminile. Otto tappe, al via dagli Elisi, nel giorno di arrivo del Tour maschile, e poi una settimana piena di corsa verso il traguardo storico in Alsazia, sulla Super Planche des Belles Filles, a 1183 metri, con pendenza mai sotto il 10%. E ogni volta, ricorda la prima direttrice Marion Rousse, con in palio anche maglia verde, a pois e bianca. Il via al Tour maschile invece è in programma un venerdì e non un sabato, da Copenhagen, la capitale della bicicletta, anzi “il paradiso della bici”, come spiega sua altezza Frederick, principe erede al trono. La Danimarca diventa il decimo Paese straniero, e il più a settentrione, ad ospitare la prima tappa, di 13 km. Oltre che la seconda e alla terza. Poi si torna in Francia, con tratti di pavé della Paris-Roubaix, e alcuni inediti. Quindi si passa per il Belgio, a Binche, si costeggia la frontiera orientale francese, sviando di nuovo all’estero, in Svizzera, a Losanna, senza dimenticare il col d’Aigle. Iniziando il percorso d’ascesa verso il Col du Granon e l’Alpe d’Huez, con i suoi 21 tornanti, passando per la città olimpica Albertville e per il “gigante” Galibier. Da dove poi il Tour migrerà verso Saint Etienne. E poi i Pirenei, con sfide per scalatori verso Foix, con il muro di Peguere e le sue pendenze al 18%. Da Lourdes inizia la 18ª tappa, fino a Hautacam, dove Nibali vinse una quarta tappa che gli permise di ipotecare potecando così il trionfo sugli Elisi, nel 2014. Quest’anno si chiude dopo 21 tappe il 24 luglio.